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OPS! - IL MANIFESTO

Dieci punti per ripartire dai bambini

GLI ADULTI CHE GLI SONO ACCANTO DEVONO FARE IL POSSIBILE PER FARLO SENTIRE ACCUDITO, AMATO, PROTETTO

Il diritto alla felicità è forse il più difficile da salvaguardare, perché mette in gioco tanti aspetti, e investe la vita del bambino a 360°. Un bambino è felice se è in buona salute, se può avere degli amici, se la sua vita è al sicuro, se può godere dell’affetto e del calore di una famiglia. Un bambino è felice se gli adulti che lo circondano lo hanno aiutato a sviluppare la sua autostima, senza paura degli errori, se è curioso, se ha voglia di raccontare e raccontarsi, a modo suo. Soprattutto, il bambino ha diritto di essere felice QUI ed ORA, perché l’infanzia ha tempi diversi, e si è bambini per un numero di anni minore degli anni da adulto!

 

Purtroppo questo periodo di reclusione, la routine stravolta, le preoccupazioni dei genitori ecc. hanno messo a dura prova il concetto stesso di “felicità”, anche per gli adulti. Eppure, è fondamentale non delegare al futuro, ma partire da oggi, costruendo con quel che abbiamo, il benessere dei bambini.

FISICA, MA ANCHE PSICOLOGICA, PER UN BENESSERE CHE SIA DAVVERO COMPLETO

Il diritto alla salute mette in primo piano il diritto al benessere fisico : il bambino deve poter ricevere cure adeguate e, in generale, gli adulti dovrebbero fare tutto il possibile per garantire la buona salute dei bambini, con un’alimentazione e uno stile di vita corretto. Tuttavia, è importante considerare anche il benessere psicologico del bambino: il suo stato d’animo, le sue emozioni, le sua capacità di vivere le relazioni, i problemi, le difficoltà.

 

Indubbiamente, questo periodo di lockdown e il forzato isolamento dei bambini, avrà delle conseguenze che oggi sono ancora poco considerate. Appare quindi ancora più importante iniziare a interrogarsi su possibili soluzioni e strategie per mitigarne gli effetti.

LA SUA ISTRUZIONE DEVE ESSERE MESSA AL PRIMO POSTO

Il diritto all’istruzione, soprattutto quella primaria, è fondamentale. Lo scopo dell’istruzione è di sviluppare al meglio la personalità del bambino, i suoi talenti, le sue capacità mentali e fisiche. Ma non solo: la scuola dovrebbe anche preparare il bambino a vivere in maniera responsabile e pacifica, in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri e nel rispetto dell’ambiente. L’istruzione, soprattutto quella primaria, dovrebbe essere gratuita e accessibile a tutti i bambini, indipendentemente dalle possibilità economiche, dalle differenze di genere e da ogni forma di disabilità.

 

 

Questo periodo di lockdown e la conseguente chiusura delle scuole ha messo in seria difficoltà il mondo della scuola, rivelandone carenze e fragilità: quali proposte possiamo avanzare per non vanificare il percorso di tanti bambini, soprattutto i più fragili? 

GLI ADULTI DEVONO ESSERE AL SUO FIANCO PER AIUTARLO A COMPRENDERLE E A GESTIRLE

Il bambino impara a regolare le proprie emozioni all’interno della relazione con l’adulto, che diventa un importante modello a cui ispirarsi. Fin dai primi mesi di vita il bambino è in grado di provare emozioni, sia positive che negative, e il modo di fare esperienza delle stesse, cresce nel tempo assieme a loro e grazie ad un processo globale di sviluppo. In questo percorso, l’adulto è una figura di riferimento fondamentale, che aiuta il bambino a regolare la propria emotività, aprendo un canale di comunicazione con l’Altro da sé.

 

 

I bambini stanno sperimentando l’isolamento, la lontananza dagli amici, la chiusura delle scuole. Stanno vivendo la (comprensibile) preoccupazione degli adulti intorno a loro, e spesso vivono situazioni di forte disagio, persino di depressione. Come possiamo aiutarli?

BISOGNA FAVORIRE IL PIÙ POSSIBILE TUTTE LE ATTIVITÀ , FORMALI E NON FORMALI, CHE LO CONSENTONO.

Esprimersi vuol dire dare voce, corpo e forma a pensieri ed emozioni. Il bambino va incoraggiato ad esprimere se stesso, la sua cultura, le sue idee, senza censure e pregiudizi, aiutandolo a portar fuori, con i linguaggi più vari, dalla musica all’arte visiva, dalla scrittura alla danza, i pensieri, le paure, le speranze e tutto ciò che il bambino sente e percepisce. Il diritto all’espressione, inoltre, richiede un “dovere all’ascolto” da parte dell’adulto: la pazienza e il desiderio di comprendere il bambino senza pregiudizi o preconcetti.

 

La scuola, i genitori, la comunità educante, quali strumenti può mettere in campo, oggi, per valorizzare il pieno potenziale di espressione dei bambini? 

LA SUA FANTASIA E CREATIVITÀ DEVE ESSERE TUTELATA E INCORAGGIATA!

Il gioco è una cosa seria! Per un bambino, il gioco è un’attività fondamentale, un ponte tra realtà e fantasia. Come l’artista, anche il bambino giocando trasforma la realtà, la reinventa, la rappresenta in modo simbolico, creando un mondo immaginario che riflette i suoi sogni a occhi aperti aperti, le sue fantasie, i suoi desideri. Il gioco, inoltre, aiuta il genitore a veicolare contenuti, a capire le emozioni che il bambino non riesce a trasmettere verbalmente.

 

Tra App, “giochi intelligenti” e corsi di ogni tipo, i nostri bambini hanno ancora tempo per giocare? E come possiamo aiutarlo, senza essere invasivi, in questo percorso di scoperta? 

 

 L'INTERAZIONE TRA PARI È FONDAMENTALE  PER LO SVILUPPO DEI BAMBINI

I giorni di reclusione in casa, l’impossibilità di incontrare “dal vivo” gli amici, i compagni di scuola, i cuginetti, ci ha messo davanti agli occhi l’enorme importanza che hanno i coetanei per lo sviluppo del bambino. Il confronto con i più grandi aiuta lo sviluppo cognitivo, favorisce l’apprendimento per emulazione, così come il contatto con i più piccoli aiuta a sviluppare empatia e cura dell’altro. Man mano che il bambino cresce, il gruppo di “pari” diventa il punto di riferimento da cui partire per costruire la realtà, affiancandosi sempre più alla famiglia come luogo di confronto e significato.

 

Quali scenari possiamo immaginare, oggi, per recuperare, tutelare e salvaguardare questa dimensione di incontro e confronto?

È COMPITO DELL'ADULTO PRESENTARLE IN MODO CHIARO E ACCESSIBILE

Il bambino ha il diritto di ricevere tutte le informazioni che gli sono necessarie per capire le cose che succedono e che accadono intorno a lui. Paradossalmente però, sopratutto oggi in Occidente, il rischio è che il bambino viva immerso nel mondo dell’informazione, offline e online, senza avere gli strumenti per interpretare ciò che sente o legge. 

Tra telegiornali, radio, social network il bambino ha bisogno di adulti di riferimento a cui fare domande, che lo aiutino a filtrare e interpretare ciò che legge o ascolta, e a dargli il giusto valore.

 

 

Non è un momento facile per garantire il diritto all’informazione: come spiegare a un bambino le immagini che scorrono al telegiornale? Come aiutarlo a comprendere, tenendo conto della sua capacità cognitiva ed emotiva? 

È IMPORTANTE CONOSCERE, CONFRONTARSI E RISPETTARE LE ALTRE CULTURE E TRADIZIONI

In un mondo sempre più interconnesso, è importante che il bambino comprenda il valore delle altre culture e tradizioni, che spesso convivono all’interno dello stesso quartiere, della stessa classe. La scuola, e la comunità educante, possono aiutare il bambino a valorizzare tutto ciò che è Altro da lui, nel pieno rispetto della dignità individuale, del bene comune, del pluralismo e della diversità. 

 

 

Come si può realizzare una scuola veramente inclusiva a distanza? Il digital divide, le difficoltà linguistiche, sociali (e spesso economiche) non rischiano di mettere in seria difficoltà il percorso di inclusione iniziato “dal vivo” in classe?  

PER SCOPRIRLA, AMARLA E TUTELARLA

Già all’inizio del secolo scorso i primi pedagogisti avevano intuito il legame speciale che esiste tra infanzia e natura cogliendone le immense potenzialità educative. Il bambino dovrebbe poter interagire il più possibile con gli spazi naturali, scoprendo il ritmo delle stagioni, le piante e gli animali che interagiscono nell’ambiente: è il primo passo per formare la consapevolezza necessaria alla tutela e alla salvaguardia della natura.

 

Il diritto dei bambini a stare a contatto con la natura sembra essere passato totalmente in secondo piano, e non solo rispetto al momento di emergenza attuale. Cosa possiamo fare per cambiare le cose? Come possiamo aiutare i bambini a vivere questo diritto? 

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