L’obiettivo n. 1 dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030 riguarda l’abolizione della povertà, in tutte le sue forme. Molto spesso, quando sentiamo la parola “povertà” ci vengono subito in mente bisogni primari, come la fame e la sete, o la possibilità di vivere in un’abitazione confortevole. Sono bisogni fondamentali, e infatti tra i vari punti esplicitati in questo primo obiettivo si parla giustamente di come provare a garantire a tutti un futuro dignitoso.
Tuttavia, c’è una forma di povertà molto insidiosa, proprio perché non ha i riflettori puntati addosso: prende il nome di “povertà educativa” e riguarda, in Italia, un bambino su cinque. Sono bambini che vivono spesso in condizioni sociali e culturali svantaggiate: periferie, luoghi con scarso accesso alla cultura, nuclei famigliari fragili, povertà materiale e assenza di una rete sociale adeguata. Bambini che non hanno mai visitato un museo, che non leggono, non fanno sport, non hanno Internet. Tutto ciò fa sì che la scuola sia spesso l’unico polo culturale per il bambino, l’unico riferimento di un futuro “altro”: l’impegno di Mus-e è quello di portare in queste scuole, a questi bambini, un progetto profondo e duraturo, che li aiuti – insieme ai loro insegnanti e alle loro famiglie – a sviluppare quella resilienza e quelle competenze utili all’adulto che verrà.
Siamo convinti che l’Arte in tutte le sue forme, possa aiutare i bambini a sviluppare competenze trasversali come l’empatia, l’autostima, il rispetto, la capacità di risolvere problemi complessi, che il bambino difficilmente potrà acquisire nel suo contesto di origine.
Contrastare la povertà educativa è una missione prioritaria per Mus-e, ed è per questo che operiamo nei contesti più fragili scegliendo solo artisti di grande professionalità.
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