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Mus-e Bologna e gli occhi dei bambini

Cosa vuol dire essere coordinatrice locale di Mus-e a Bologna? Ce lo spiega Rita Costato Costantini, che negli ultimi anni ha diviso il suo impegno con la sede nazionale, non dimenticando però la sua città.

” Mi sembra ieri che l’allora Coordinatrice di Mus-e Bologna, Giovanna Senin, mi ha telefonato per incontrarmi e offrirmi la possibilità di collaborare con Mus-e per i laboratori di arte visiva. Fantastico, non potevo crederci, entravo a far parte di un grande progetto europeo fondato da Yehudi Menuhin! Ora sono passati diciannove anni.

 

Il mio percorso personale nel progetto Mus-e è stato una continua ascesa, sotto ogni punto di vista: progressive responsabilità, difficoltà, elevazione delle vette raggiungibili; in tale cammino, gli occhi dei bambini sono sempre stati una guida sicura, da rispettare e consultare per non perdere l’orientamento.

 

È sempre viva in me l’esperienza come artista Mus-e nelle classi ed è la motivazione principale al mio lavoro di Coordinatrice; sono gli sguardi dei bambini e delle bambine pieni di curiosità ed entusiasmo, è la passione e la professionalità dei nostri artisti e artiste, è la preparazione e la tenacia delle nostre maestre e maestri a sostenermi durante il lavoro burocratico e organizzativo in una sorta di effetto moltiplicatore. Ringrazio di cuore tutti i nostri soci e i nostri sostenitori che ci permettono di continuare a portare nelle scuole di Bologna questo sogno di pace.

 

Mus-e è davvero un mosaico di occhi carichi di speranza che guardano al futuro, nella consapevolezza che educare, da piccoli, alla bellezza, alla condivisione, alla solidarietà, alla conoscenza, al reciproco rispetto attraverso l’arte, non può che essere l’alternativa ad un mondo che, altrimenti, rischierebbe di riempirsi soltanto di macerie o, nella migliore delle ipotesi, continuerebbe a vedere le cose in bianco e ner o, senza sfumature, annullando qualsiasi differenza. “

 

Nelle parole di Anna Russo, che di Mus-e Bologna è la coordinatrice artistica, leggiamo invece una riflessione importante sul tema delle differenze e della diversità,  uno dei temi  più attuali e critici del nostro tempo, perché chiama in causa istanze identitarie, processi di categorizzazione e di confronto sociale e competenze nella progettazione e comunicazione interculturale.

 

” Vorrei portare una piccola testimonianza circa questo viaggio, iniziato  19 anni fa a Bologna . Un viaggio ricco e faticoso, perché la ricchezza si conquista con l’impegno, la capacità di sorprendersi ,  di affrontare i rischi dell’incontro con l’altro. Nulla è facile all’istante, le conquiste si raggiungono con un impegno costante verso l’incontro con l’altro e l’altrove di noi.

 

La realtà di Bologna  nasce quando ancora le migrazioni erano già in atto, incontrava lo straniero e i bambini provenienti da altri paesi, nelle classi e nelle periferie della città. In questo lungo viaggio ho incontrato maestre di lunga data (tutt’oggi al lavoro) artisti, colleghi,  realtà istituzionali diverse cambiate nel tempo. Inizialmente, non riscontravo a difficoltà e le problematiche emerse, alle quali siamo arrivati oggi; vent’anni fa, si pensava ad un lento e graduale processo inclusivo.

 

La mediazione artistica è sempre stata uno strumento facilitatore dell’incontro con la diversità. Questa è stata la grande intuizione di Lord Yehudi Menuhin.

 

Campo privilegiato della crescita dei bambini e delle bambine, della soggettività individuale e dei gruppi, il progetto Mus-e appare oggi sulla città di Bologna come una realtà strategica conosciuta nel campo della scuola e della didattica, come strumento facilitatore per l’incontro con la diversità: il banco di prova!  Non  più, come anni fa, l’incontro con  lo straniero, ma l’incontro con la complessità delle plurietnie, delle differenze sociali, accompagnata da un grande nemico: la diffidenza.

 

Riscontro nella realtà attuale, la difficoltà del corpo docente nella gestione di complessità dovute alla carenze strutturali, nelle quale la scuola e i docenti si sono trovati a gestire. Così, i momenti di lavoro nella classe, le lezioni aperte, strumento principale per incontrare le famiglie, gli incontri periodici con i docenti, le supervisioni con gli artisti, tornano ad essere ancor più attuali e sentiti.

L’educazione alla differenza si fonda su un approccio pedagogico che vuole mettere in vista il modo di gestire e di comprendere tutti i tipi di differenza, tenendo sempre ben chiaro che alla base di tutto vi è un concetto dinamico di cultura che ne sottolinea le sue caratteristiche relazionali, sociali e comunicative. Mus-e Bologna e Il progetto Mus-e in generale in tutte le città, è impegnato in questa lenta costruzione di un tessuto sociale, che parta dai bambini fino agli adulti, con la speranza che le frontiere mentali possano nel tempo, attraverso l’esperienza artistica, attenuarsi.

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