Mi chiamo Mara Di Giammatteo e sono un’Artista Visiva e Docente in Tecniche Pittoriche e Disegno.
Collaboro da due anni con Mus-e Bologna dove mi occupo di progetti artistici nelle scuole primarie della città. Nella mia formazione c’è una ricerca a tutto tondo nei linguaggi artistici che mi permettono di indagare il concetto ed il tema di “memoria”, focus tematico dei miei lavori da sempre e lo faccio attraverso produzioni di libri d’artista e d’illustrazione per l’infanzia, pittura e antiche tecniche di tintura naturale fino alla tessitura ad arazzo.
L’opportunità di far parte del team Mus-e Bologna, personalmente è una grande opportunità, non solo per la condivisione dei miei saperi, come per esempio nel mio caso stimolare i bambini e le bambine alla conoscenza degli antichi linguaggi e delle tecniche della tessitura ad arazzo di cui oramai non se ne sente neanche più parlare, ma anche ricevere da loro un ritorno di proposte creative, semplici, spesso geniali, che mi permettono da Ricercatrice adulta di potermi ancora stupire e nutrire della loro bellezza.
Naturalmente, il mio compito come quello dei miei colleghi nei Progetti Mus-e è quello di portare arte soprattutto in quelle scuole della città o periferia un po’ più disagiate, dove i nostri progetti artistici si inseriscono come “cushion time” dalle lunghe e faticose ore didattiche in classe, o dove si fa fatica a svolgere regolari lezioni causa problemi di integrazione o di inclusione sociale. Ma l’Arte vince sempre.
Quest’anno, ho appena concluso un progetto molto particolare nella Scuola Primaria Mazzini di Borgo Panigale, ho proposto alle classi di Terza, di fare un percorso sulla tessitura, proponendo di creare dei libri tessili con storie Mitologiche. La proposta seppur ambiziosa è stata accolta con molto interesse dalle Insegnanti referenti, le quali con grande disponibilità, hanno coinvolto anche i famigliari dei/delle Bambini/e alla ricerca dei materiali, tessuti e filati rimasti inutilizzati nei loro armadi e che occorrevano per i nostri progetti, soprattutto le scatole che si sono trasformate in magici telai. Ogni classe ha lavorato su un proprio mito da rappresentare in un libro e ogni bambino ha progettato e poi realizzato una pagina tessuta illustrata.
Per prima cosa abbiamo scelto quale Mito rappresentare: la 3 C l’ha inventato creando la Storia di un Drago Fiammifero, la 3 B l’ha scelto nel mito di Panku tra le leggende orientali, e la 3 A ha preferito l’Odissea. Ogni classe ha realizzato in bozzetto la propria illustrazione di pagina, dalla copertina fino all’indice, ognuno la propria parte della storia da rappresentare, e poi nelle ultime lezioni l’aula si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di arazzeria.
E’ stato interessantissimo osservare come nel giro di pochissime lezioni i bambini e le bambine di questa fascia d’età, acquistavano autonomia nella gestione del laboratorio, nei loro movimenti all’interno degli spazi della propria aula, dove erano liberi di muoversi anche tra gli altri banchi, o suddividersi in sottogruppi per la fruizione dei materiali. Ma la cosa più sorprendente è stata, oltre al fatto di veder realizzare dalle loro mani il proprio manufatto artistico quando ognuno inizialmente aveva paura di non sapere come fare, scoprire invece che avevano capito l’essenza della tessitura: realizzare un lavoro lento, che richiede tempo, pazienza e tanta osservazione.
Questa antica arte permette ancora nei nostri giorni (Mus-e mi ha dato la grande opportunità di poterla condividere anche tra i più piccoli), la possibilità di far conoscere e divulgare la bellezza di questa tecnica, dove è fondamentale rallentare il tempo, dove non è possibile vedere subito il proprio progetto finito, ma imparare a gestire anche le proprie ansie tra una passata e l’altra di un filo in trama, e poi di nuovo ancora e tornare indietro all’occorrenza se abbiamo saltato qualche passaggio fondamentale per la costruzione finale della propria opera.
Perché proprio come scrive Gillo Dorfles: (…) “ Il temps perdu attuale è un tempo dove fenomeni socio antropologici ed estetici s’intrecciano; un tempo divenuto instabile e non proiettabile; un tempo che non può essere ritrovato ma deve semmai essere abbandonato per venire in seguito ri-creato con le dovute spaziature e le dovute pause, che ne permettano la decantazione. E perché ciò avvenga, occorre innanzitutto, che l’uomo recuperi la nozione e la concezione dell’intervallo, presente nei ritmi della natura, nelle stagioni, nei ritmi corporei.”
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