Intervista alla maestra Sabrina Forlini, che ha visto Mus-e nella scuola a Reggio Emilia fin dall’inizio!
Come è nato il rapporto con Mus-e Reggio Emilia? Quand’è stata la prima volta che sei entrata in contatto con la nostra associazione?
«Era il 2006. La professoressa Elisabetta Benassi si incontrò con la Direttrice Didattica per proporre di avviare il Progetto Mus-e nella nostra Scuola Primaria “Giosuè Carducci”. In quel momento io fui coinvolta come referente dell’intero plesso scolastico e ne parlai ai colleghi. La nostra scuola da diversi anni era frequentata da un elevato numero di alunni stranieri. In quel senso, avevamo adottato diverse strategie e metodologie a sostegno dell’integrazione e avevamo spesso progettato interventi il più possibile consoni alle reali esigenze dei bambini. Mus-e si rivelò da subito un’opportunità concreta per supportare gli alunni nel loro percorso di inclusione.
Cosa vi ha colpito dell’approccio di Mus-e in relazione a questo aspetto?
«Il suo fondatore, Yehudi Menuhin, lasciava estrema libertà nell’applicazione del principio fondamentale: utilizzare il linguaggio dell’arte come strumento di comunicazione, di relazione e di espressione autentica di sé, secondo le modalità che ogni artista avrebbe ritenuto più consono, in confronto continuo con i docenti. Tutto questo ci consentiva di procedere in via sperimentale, cercando insieme (insegnanti, coordinatori e artisti) la via migliore.
Il percorso Mus-e per la nostra scuola è quindi partito 14 anni fa quando ancora incomprensioni e differenze culturali, religiose e linguistiche rischiavano di aumentare il pregiudizio verso i bambini di etnie diverse. Per contro, ricevevamo in dono il privilegio di essere inclusi nel “progetto” Mus-e. Per noi era una vera gioia poter accoglierlo a braccia aperte.
Cosa significa per te Mus-e ?
Rapportarci con Mus-e ha significato ampliare l’offerta informativa della nostra scuola. Mus-e per noi docenti è il valore di tante esperienze didattiche e rappresenta “la foresta che cresce senza far rumore “. Mus-e è l’arte nelle sue molteplici espressioni del teatro, della musica, delle arti visive e della danza che, grazie alla guida di artisti professionisti diventa mezzo e scuola di convivenza sociale.
Come hanno vissuti i bambini l’esperienza dei laboratori di Mus-e?
I bambini, attraverso la guida di artisti professionisti (come Cinzia Beneventi, Cristina Casarini, Anne Juds, Francesca Bianchi, Lancein Dioubate, Oh Sunghe e Paolo Versari) hanno potuto esprimere la loro creatività tra gli altri e con gli altri attraverso il linguaggio universale dell’arte.
Anche se molto diversi tra loro, i bambini si sono trovati insieme a lavorare, a volte faticosamente, per un unico, concreto, obiettivo, sviluppando relazioni interpersonali più positive, imperniate sul rispetto, sulla collaborazione e sull’aiuto reciproco. Ognuno di loro si è sentito importante impegnandosi a lavorare con attenzione e precisione. Ciò ha fatto sì che alcuni bambini sviluppassero una maggior stima di sé, dimostrando, parallelamente, una più profonda motivazione a investire energia e sforzo anche negli altri campi disciplinari.
Quali sono le esperienze più significative vissute durante il rapporto con Mus-e?
Ricordo con immenso piacere i laboratori dei Mosaici per abbellire la facciata della scuola Carducci , nonché il cortile della scuola Zibordi, condotti da un grande maestro d’arte come Gian Domenico Silvestrone. Questa esperienza è stata molto stimolante e costruttiva. Ha entusiasmato i bambini, orgogliosi del lavoro svolto e dei risultati raggiunti, ma soprattutto li ha aiutati ad acquisire quelle competenze socio-affettive e motivazionali che sono trasversali e fondamentali per lo sviluppo delle competenze cognitive a cui tutti hanno diritto»..
Ogni laboratorio è stato importante per i bambini. Ad esempio: la storia di Babayaga con le Ombre Cinesi, La storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza con “Il Viaggio”, Il mago di Oz con il potenziamento linguistico per i bambini di origine cinese, il cartone animato del “Viaggio di Babacar” e quest’anno il potenziamento linguistico e di inclusione con la “Caa” e gli origami nelle nostre classi prime.
Ogni percorso è stato supportato dalla convinzione che il partecipare tutti insieme ad un progetto possa essere di aiuto ai bambini per farli sentire una famiglia, per ampliare il senso di appartenenza alla scuola, intesa come luogo di incontro di diverse culture, dove il contributo di ognuno è sempre fondamentale. Mus-e fa credere a noi docenti che l’esempio di tante persone che lavorano per i nostri bambini e insieme a loro, sia di grande valore educativo per i bambini stessi senza dimenticare che anche la presenza di personalità maschili e femminili autorevoli di riferimento, contribuisce al successo delle iniziative Mus-e nella scuola primaria statale reggiana.
…con Mus-e nel cuore ,infinitamente riconoscente, a nome di tutti i nostri alunni che lohanno sperimentato, a Betti Benassi che ce lo ha fatto conoscere
Sabrina Forlini
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