In questi ultimi anni abbiamo visto ed ammirato i prodotti finali dei laboratori di “Animazione/Stop motion” portati avanti dall’affiatata coppia Migliaccio – Etcheverry. Si tratta di video animati realizzati dai bambini sapientemente guidati in un percorso artistico apparentemente difficile per le classi elementari. Ma poi ci si rende conto di quanta conoscenza, consapevolezza ed informazione viene trasmessa dagli artisti e ricevuta dai bambini. Un lavoro profondo!
Partiamo proprio da qui: vi chiediamo di raccontarci i vostri anni di lavoro nel mondo Mus-e.
Ilaria Migliaccio: “ Ho iniziato con Mus-e Napoli nel progetto pilota del 2004. Eravamo solo due artisti. Gli anni a Napoli sono stati molto formativi, mi ricordo i laboratori a Scampia e Poggioreale, i rapporti con i bambini e gli insegnanti. Un’esperienza molto profonda dal punto di vista umano. Mi sono poi trasferita 2 anni in Spagna ed ho interrotto l’esperienza di Mus-e. Sono poi ritornata a collaborare con Mus-e Roma circa otto anni fa.
Per me l’esperienza di Mus-e è una continua crescita e il lavoro in tandem con Juan Pablo è una ricerca puntuale di nuove metodologie da sperimentare e trasferire per costruire un progetto educativo unico. Ci mettiamo sempre alla prova, ci mettiamo in discussione: come possiamo utilizzare la progettualità di Mus-e per incidere positivamente e profondamente proprio nelle classi più difficili? Ogni anno questa è
la nostra domanda principale. E poi avviene sempre l’impossibile: le situazioni più difficili stimolano la nostra ricerca e si trasformano positivamente.
Juan Pablo: “Io ho iniziato l’esperienza Mus-e insieme ad Ilaria con Mus-e Roma circa 6 anni fa. Sono spagnolo, sono un artista con una formazione accademica, ho lavorato con il cinema d’animazione e ho sempre insegnato animazione stop motion agli adulti. Ho fatto la prima esperienza di laboratorio con i bambini insieme a Ilaria in Spagna, e lì si è aperto un mondo. Attraverso i laboratori Mus-e ho scoperto i valori pedagogici del lavoro di animazione: creare un setting di lavoro condiviso, lavorare in gruppo per un unico obiettivo: la realizzazione del cortometraggio. La
“tecnica magica” dello stop motion attira ed entusiasma i bambini.
Ilaria: Ma il nostro laboratorio va oltre l’aspetto tecnico e didattico, infatti sia il mio lavoro di training teatrale che l’aspetto manipolativo della costruzione scenografica aiutano a creare un eccellente lavoro di team. Io preparo il terreno per il lavoro successivo, tutti i bambini sono coinvolti ugualmente, non esistono protagonisti: è tutto il gruppo che agisce e crea. Ovviamente ogni bambino predilige un aspetto diverso del laboratorio e quindi emergono tutte le caratteristiche, competenze e intelligenze del gruppo classe. Il lavoro sul movimento che faccio io all’inizio viene poi riproposto nello spazio dedicato all’animazione stop motion. L’animatore deve essere un grande osservatore. Da dove parte il movimento? – Qual è l’origine del movimento? – Questi temi sono oggetto di indagine di gran parte del teatro contemporaneo a partire da Eugenio Barba. L’animatore deve essere concettualmente anche un attore. Ci siamo sempre chiesti quale fosse il risultato più importante del nostro lavoro, ce ne sono molti ma i più importanti sono la narrativa positiva e l’uso creativo della tecnologia.
Nell’ultimo anno avete lavorato in una zona simbolo della periferia di Roma e cioè l’idroscalo di Ostia. In una scuola di frontiera dove convivono esperienze pedagogiche diverse all’interno di un quartiere difficile dal punto di vista socio-economico, tra criminalità e degrado. Qual è il contributo che Mus-e può dare attraverso il vostro lavoro e quello degli altri artisti?
Ilaria : Si parla sempre dell’Idroscalo di Ostia come di un ambiente molto difficile, e in realtà lo è, ma Mus-e ha senso proprio in queste realtà dove i bambini trovano riferimenti culturali diversi rispetto alle loro famiglie.
Mus-e è penetrato in maniera profonda nella scuola Amendola. Tante
difficoltà che hanno incontrato gli artisti nei primi anni di attività sono state in parte superate anche grazie all’arrivo di molti bambini di origine straniera. Sono bambini abituati al rispetto verso gli adulti e verso i loro compagni. E c’è stata anche una trasformazione dell’atteggiamento dei
genitori, sono più attenti e coinvolti. Nella lezione finale, quest’anno li ho visti partecipi ed emozionati, cosa che non era successa anni fa in un mio precedente laboratorio Mus-e.
Juan Pablo: Le attività di Mus-e sono fondamentali per rompere le barriere del pregiudizio. Essendo il nostro un lavoro di gruppo in cui tutta la classe realizza il cortometraggio finale, tutti sono coinvolti per uno scopo comune. Motiviamo tutti a sentirsi parte di un percorso.
Come artisti avete anche partecipato al primo progetto Erasmusplus (Integr-Arte) insieme ad altri partner Italiani, Spagnoli e Portoghesi. Come è stata per voi quell’esperienza e quali insegnamenti ha lasciato?
La nostra esperienza con il primo progetto Erasmus+ di Mus-e Roma è stata molto bella e arricchente. Il confronto tra realtà scolastiche e pedagogiche diverse ha creato ponti di scambio e di amicizia tra insegnanti, artisti, Istituzioni Scolastiche e bambini. Il primo anno abbiamo fatto dei collegamenti Skype con le classi italiane della scuola Palatucci di Roma e le classi della scuola di Paterna, un sobborgo di Valencia. La scuola di Paterna è frequentata solo da bambini di etnia rom che vivono in quartiere ghetto attaccato alla scuola. Sono nati molti legami di amicizia veri tra le persone.
Lascia un commento