Abbiamo incontrato Donatella Casapietra, maestra della Scuola Primaria Descalzi Polacco a Genova. Le abbiamo fatto alcune domande: chi, infatti, se non una maestra Mus-e, può spiegare a fondo l’importanza di un percorso artistico nelle classi?
Secondo te, qual è la peculiarità del progetto Mus-e, che lo distingue tra i tanti che vi vengono proposti?
La particolarità del progetto Mus-e è l’aspetto artistico espressivo che entra in modo trasversale in tutte le discipline scolastiche, soprattutto nei primi tre anni della scuola primaria.
Solitamente vengono proposti alle scuole progetti didattici specifici, ad es. di matematica o scientifico ambientale (tutela dell’ambiente, riciclo, etc.), progetti sportivi, progetti di tecnologia e informatica. Spesso anche i progetti come quelli musicali curano solo un aspetto che può essere corale piuttosto che strumentale.
Il progetto Mus-e invece integra in modo armonico linguaggi diversi, motorio, ritmico musicale, grafico pittorico e linguistico, nell’ottica dello sviluppo e maturazione dei bambini, e viene favorita la crescita individuale utile poi negli apprendimenti scolastici.
Qual è il il tuo ruolo durante il laboratorio Mus-e?
Personalmente ritengo che l’insegnante debba essere coinvolto nelle attività proposte insieme ai propri alunni; lo scopo è quello di fare insieme un percorso di conoscenza reciproca e crescita. Spesso ho partecipato anche in compresenza con la mia collega proprio per rafforzare nei bambini l’idea del gruppo classe. I laboratori possono diventare anche uno spazio e un tempo per fare utili osservazioni. Senza contare che, negli anni, è capitato spesso di prendere spunto da attività svolte, tecniche o modalità di esecuzione.
Quali progressi hai notato nei tuoi alunni dopo i tre anni del percorso Mus-e?
Solitamente i bambini raggiungono alti livelli di autonomia nell’organizzarsi in gruppi di lavoro e nella gestione dell’attività, suddividendosi i compiti e coinvolgendo tutti. Inoltre i bambini più paurosi e timidi abbandonano naturalmente ogni inibizione. Soprattutto Imparano ad ascoltarsi e ad essere rispettosi di tutti, senza competizione.
Ci racconti un episodio particolarmente significativo?
Sicuramente il triennio più importante è stato quello in cui in classe avevamo un alunno con disturbo del comportamento oppositivo provocatorio, dichiarato disabile ma senza gravità per cui anche le ore assegnate di sostegno erano irrisorie. Il bambino era fisicamente molto grande e durante le crisi era necessario tutelare lui stesso e i compagni. In questa situazione i laboratori di Mus-e ci hanno dato un aiuto enorme. Il bambino ha sperimentato modalità di comunicazione che gli hanno permesso di esprimersi anche senza rabbia e aggressività; ciò ha consentito a noi docenti e agli altri bambini di accettarlo nel gruppo, di coinvolgerlo e aiutarlo. Un perfetto esempio di inclusione!
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